Domenico Dolce & Stefano Gabbana per la collezione autunno/inverno 2013-2014, presentata durante il quinto giorno di Milano Moda Donna (insieme a Missoni e Laura Biagiotti) si sono ispirati ai mosaici di Monreale. La città di Monreale (Palermo) comincia a diventare importante con l’arrivo dei Normanni in Sicilia intorno all’XI secolo. Il Duomo di Monreale, dedicato a Santa Maria Nuova, è stato costruito fra il 1172 e il 1185 per volere del re normanno Guglielmo II d’Altavilla, insieme al Palazzo Arcivescovile e al bellissimo chiostro.
Nella parte alta delle pareti sono stati realizzati, fra la fine del 1100 e la metà del 1200, una serie di mosaici su fondo oro, in cui due riquadri rappresentano Guglielmo II incoronato da Cristo e Guglielmo II che offre la chiesa alla Vergine. Per realizzare questi splendidi lavori furono chiamate maestranze locali, maestranze bizantine e veneziane.
Dolce&Gabbana si è avvalsa dell’abilità di artigiani di altissimo livello per realizzare i mosaici su scarpe, abiti, gioielli e borse. Così come il mosaico è un’arte lenta e precisa fatta di piccoli pezzi, così anche la sartoria è fatta di punto dopo punto. I tessuti e i materiali utilizzati sono organza di seta e lana, broccato, spinato, check, popeline, doppio crepe stretch e pizzo. Le stampe son mosaico su organza, doppio crepe stretch e broccato.
Per quanto riguarda gli accessori, la collezione si compone di: corone da principessa e regina dorate e incrostate di pietre e mosaici; bustino in filigrana d’oro tempestato di pietre dure e mosaici dedicato a S. Agata; borse modello Agata, dedicate alla santa patrona di Catania S. Agata; borse in filigrana; scarpe con tacco scultura in filigrana con inserti mosaico; zeppe mosaico; occhiali da sole mosaico e occhiali da sole in filigrana dorata.
Il finale della sfilata ha visto come protagonisti magnifici abiti di pizzo rossi con ricami e pietre.
Anche la colonna sonora è stata un tributo all’italianità, con le musiche originali di Nino Rota tratte da “La strada”, “I clowns”, “Il bidone” e “Boccaccio ‘70” di Federico Fellini.
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