Pomeriggio Cinque: Francesca Casali parla della sua compagna di cella Erika De Nardo


“Erika mi ha sempre detto che lei non ha fatto nulla, la sua sola colpa è di non aver fermato Omar
ed è per questo che lo odia”. A parlare a Pomeriggio cinque è  Francesca Casali, ex compagna di carcere di Erika De Nardo e una delle migliori amiche della ragazza.
“Ho conosciuto Erika dal maggio 2010 a ottobre 2010 quando sono entrata per truffa, si è subito dimostrata una ragazza alla buona, dolce, bisognosa di affetto, non sembra una ragazza che possa aver ammazzato un fratellino, io sono mamma e vi dico che non sembra proprio possa aver ucciso – racconta Francesca – Omar? Ha tanta rabbia con lui, non lo vuole neanche sentire nominare e poi c’è stata una ragazza che è stata con Omar, Roberta, che ha mandato a Erika una lettera con le foto con lui, della vita che ha passato con lui, penso che lui sapeva che lei avesse mandato queste cose.”

Guardando le dichiarazioni rilasciate da Omar, Francesca afferma di non aver mai sentito dire a Erika di odiare la mamma e che “ lei ama sua mamma, quando vede dei ragazzini di 20 anni dice potrebbe essere mio fratello,  non ha mai parlato di odio per il padre con cui è molto affettuosa quando viene a trovarla. A lei le manca sua mamma, era la festa della mamma, mi ha mandato un biglietto di auguri perché io ho un bambino e voleva mandarle un biglietto di auguri”.

La donna parla anche dei soprannomi che si sono dati in carcere e che Erika è  “Castora per via dei denti in fuori, io sono Babà come il dolce. Sono convinta che sia sincera, che sia vittima non posso sapere, ma dal suo racconto e da quello che diceva, Omar era succube del padre da cui prendeva un sacco di botte e  lei dice che non c’entra niente”.

Francesca ha poi mostrato una serie di lettere ricevute da Erika, tra cui una del 3 settembre scorso dove la ragazza scrive di aver fatto dei colloqui, di sapere che l’amica ha telefonato a suo padre.  “E’ un grande uomo – ammette Francesca – che non le ha mai fatto mancare niente né ha mancato mai a un colloquio”. Sempre nella lettera Erika scrive che  il carcere è un manicomio dove si litiga sempre… amo’  tre mesi e ho finito, sono così stanca non dormo più ma penso che sia normale..

In un’altra lettera del 21 settembre Erika parla della sua vita in comunità  “dove non ci possiamo né vedere né sentire, ma non vedo l’ora di andare via da qua e di ricominciare la mia vita”.

“ Lei non sa cosa l’aspetta fuori – ammette Francesca – perché lei è Erika di Novi Ligure e non quella che ho conosciuto io o le altre ragazze del carcere.  Il suo primo desiderio? Vorrebbe fare un viaggio”.

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