Oggi si celebra la Giornata Internazionale della Donna, comunemente (ed impropriamente) definita “festa” della donna. Ma al di là di tutte le feste e delle iniziative commerciali (di cattivo gusto o meno), che la si approvi o la si disprezzi, con la celebrazione oggettivamente si vogliono ricordare non solo alcune conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne, ma si vuole puntare anche l’attenzione sulle discrimininazioni e sulle violenze di cui le donne sono vittime in molte parti del mondo.
L’origine di questa usanza è statunitense: già nel 1909 infatti, precisamente il 23 febbraio, ci fu la prima celebrazione, che arrivava dopo anni di discussioni e rivendicazioni riguardanti soprattuto il suffragio universale femminile. Sempre in questo periodo, sono numerosissimi gli scioperi che hanno come protagoniste le donne che chiedono un aumento del loro salario e un miglioramento delle condizioni di lavoro.
La data dell’8 marzo diventò importante nel 1917, quando a San Pietroburgo le donne scesero in piazza per chiedere la fine della guerra: è forse a questo evento cui le donne comuniste, riunite in una conferenza internazionale a Mosca, si ispirarono quando istituirono la Giornata Internazionale dell’Operaia l’otto marzo.
In Italia questa celebrazione venne presa come abitudine dal 1922, con la stessa connotazione politica e sociale. Come simbolo ufficiale è stata scelta la mimosa perchè è un fiore che nasce proprio ai primi del mese. Negli anni successivi, la giornata servì anche per ricordare i diritti femminili e per non dimenticare che le conquiste delle donne vanno difese.
Fonte | vanityfair.it
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