I corpi flessuosi indossano le pellicce iconiche della collezione FW2019 di Braschi che amplificano una femminilità decisa e di carattere, in cui l’opulenza e la nobiltà dei pellami si piega a un sottile equilibrio tra tentazione e rigore, con forme scenografiche e un attitude aspirazionale dal coté cinematografico ma non slegato dalla realtà.
Aristo-chic del terzo millennio, indipendenti e affascinanti, che non rinunciano a una sensualità nata da un gusto pulito e preciso, a una nobiltà di portamento che rasenta l’alterigia scritta con intrecci materici ed effetti in 3d nelle lunghezze avvolgenti, nei cappotti in visone lavorati come sete in cui emerge tutta la maestria artigianale della maison e il suo sublime senso estetico nato all’insegna della couture. Protagonista il visone, unito allo zibellino, oppure abbinato alla volpe, che non disdegna incursioni nel maculato; e ancora linci lunghissime e cincillà colorati assemblati con volpi ispirate agli anni 70, in una rilettura contemporanea e abbagliante in cui la Ville Lumière diventa silente complice.
Un set in movimento che crea un ritratto contemporaneo capace di riassumere la donna Braschi interpretata dalla bionda parigina Lea Rostain e dall’ucraina Uliana Werbitska.