Omicidio Vannini la Leosini incalza Ciontoli nella seconda parte dell’intervista

Omicidio Vannini la Leosini incalza Ciontoli nella seconda parte dell'intervistaOmicidio Vannini la Leosini incalza Ciontoli nella seconda parte dell’intervista. Franca Losini seconda parte dell’intevista a Ciontolo, l’uomo che ha sparato al povero Marco Vannini e condannato in appello a 5 anni di carcere.

Un omicidio che ha scosso l’Italia intera e che oggi viene messo a fuoco anche dalla brava Franca Leosini. Un omicidio di cui sta parlando tutta l’Italia. La Prima parte dell’inervista che è andata in onda su Rai 3 ha registrato il 6,9% di share.

La sentenza di primo grado per il delitto di Marco Vannini aveva dato 14 anni per Antonio Ciontoli, 3 per la moglie Maria Pezzillo e per i figli Martina e Federico; assolta la fidanzata di quest’ultimo, Viola Giorgini. La pm aveva chiesto pene molto più dure: 21 anni per il capofamiglia e 14 per la consorte e i due ragazzi. Ma i giudici della Corte di Assise di Roma hanno riconosciuto loro le attenuanti generiche.

La decisione dei magistrati aveva scatenato la rabbia dei parenti di Marco e dell’opinione pubblica. Ma mai come la decisione della Corte D’Appello che ha dato solo 5 anni a Ciontoli.

La Leosini conclude l’intervista con Ciontoli cercando di andare a sondare l’animo dell’uomo che si è assunto la responsabilità di quel colpo d’arma da fuoco, negato all’inizio, e che ha causato la morte del povero Marco.

Alle obiezioni di Ciontoli, la giornalista lo ha incalzato senza pensare alla frase più ad effetto o alla rima più musicale. L’obiettivo per la Leosini è stato solo uno: arrivare alla verità, restituire ai genitori di Marco Vannini il racconto più lucido delle sue ultime ore di vita, quando, a terra e agonizzante, chiedeva un aiuto rimasto avvolto nell’indifferenza e nel mistero.

Chi è Franca Leosini così tanta amata dal pubblico di tutte le età?

Franca Lando, coniugata Leosini (Napoli, 16 marzo 1949), è una giornalista e conduttrice televisiva italiana.

Giornalista pubblicista, iscritta all’albo della Campania in data 11 luglio 1974. Dopo la laurea in Lettere Moderne, comincia a lavorare per la sezione culturale de l’Espresso, dove firma varie interviste e inchieste[1]: la più famosa e controversa è quella del 27 gennaio 1974, intitolata Le zie di Sicilia, nella quale Leonardo Sciascia denunciava presunte responsabilità delle donne nella cultura mafiosa[2][3][4]. Diventa direttrice del mensile Cosmopolitan e successivamente cura la “terza pagina” de Il Tempo. Collabora con la RAI dal 1988, cioè da quando diviene autrice di Telefono giallo, condotto da Corrado Augias. In seguito conduce i programmi Parte Civile e I grandi processi (quest’ultimo con Sandro Curzi).

Dal 1994 conduce il programma Storie maledette, di cui è anche autrice; la trasmissione si occupa di intervistare i protagonisti delle inchieste giudiziarie italiane che hanno fatto più scalpore. Dal 2004 al 2008, oltre a Storie maledette, ha condotto Ombre sul giallo, un programma più complesso che, con servizi, interviste e ospiti in studio, ha come tema ricorrente il dubbio riguardo alla colpevolezza degli indiziati e il modo in cui sono state condotte le indagini.

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